Problemi di udito, anche parziali: arriva la pensione di invalidità, promessa mantenuta

Chi soffre di problemi all’udito sa quanto tale condizione possa essere invalidante. Di qui il riconoscimento di un importante aiuto da parte dello Stato.  

Anche l’orecchio vuole la sua parte, si potrebbe dire con una battuta. Ma il tema è in realtà molto serio: riguarda la condizione di sordità, anche parziale, e il riconoscimento per quanti ne sono affetti della pensione di invalidità. Vediamo nel dettaglio quando spetta tale beneficio e in che misura.

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La legge prevede il riconoscimento della pensione di invalidità per sordità parziale alla persone sorde o ipoacusiche in presenza di particolari requisiti. (atopway.it)

La pensione di invalidità per sordità parziale è riconosciuta alle persone sorde o ipoacusiche in presenza di determinati requisiti sanitari e amministrativi. Il termine “ipoacusia” si riferisce alla diminuzione delle capacità uditive, che può variare da lieve, media, grave a profonda, e può essere presente sia in un solo orecchio (monolaterale) che in entrambi (bilateralmente). Mentre la sordità congenita è presente sin dalla nascita ed è dovuta a ereditarietà, cause infettive pre o postnatali (come Cytomegalovirus o Rosolia), problemi durante il parto (ipossia) o traumi.

La pensione di invalidità per problemi di udito alla A alla Z

Innanzitutto, i beneficiari della pensione di invalidità devono essere cittadini italiani di età compresa tra 18 e 67 anni (o stranieri comunitari iscritti all’anagrafe del comune di residenza, o extracomunitari con permesso di soggiorno di almeno un anno) residenti stabilmente nel territorio nazionale e la sordità deve essere congenita o acquisita durante la crescita, con un grado di ipoacusia pari o superiore a 60 dB di media tra le frequenze di 500, 1000 e 2000 Hz nell’orecchio migliore, tale da aver reso difficile l’apprendimento del linguaggio parlato. Oltre a questo, devono trovarsi in uno stato di bisogno economico.

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La pensione di invalidità per sordità parziale è corrisposta per 13 mensilità, decorrenti dal primo giorno del mese successivo alla presentazione della domanda. (atopway.it)

Ciò premesso, va evidenziato che la pensione è compatibile con tutte le altre prestazioni erogate per invalidità di guerra, lavoro o servizio, purché siano state riconosciute per una menomazione diversa. La legge di riferimento è quella del 20 febbraio 2006, n. 95, la quale stabilisce che “si considera sordo il minorato sensoriale dell’udito affetto da sordità congenita o acquisita durante l’età evolutiva che gli abbia compromesso il normale apprendimento del linguaggio parlato, purché la sordità non sia di natura esclusivamente psichica o dipendente da causa di guerra, di lavoro o di servizio”-

La pensione di invalidità per sordità parziale è corrisposta per un totale di 13 mensilità, che decorrono dal primo giorno del mese successivo alla presentazione della richiesta. I limiti di reddito personale sono stabiliti annualmente (per il 2023 era di 17.920 euro) e la prestazione viene riconosciuta anche nel caso di ricovero in un istituto pubblico che provvede al sostentamento del soggetto interessato. La domanda prevede procedure simili a quelle prescritte per l’ottenimento dell’invalidità civile: la pratica si conclude dopo la visita presso la competente Commissione medico-legale, con l’invio da parte dell’Inps del verbale di invalidità civile.

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